Intervista

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Myna94
view post Posted on 4/2/2007, 22:21




La carta d’identità

Trentasei anni, barese, è uno dei protagonisti della fiction di prima serata per Canale 5 “Nati ieri”, sulle vicende di un reparto neonatale di un ospedale. È anche il “Carabiniere” più amato dai telespettatori, secondo soltanto al “Maresciallo Rocca”. Alla serie Tv “Carabinieri”, infatti, ha prestato il volto per tre edizioni consecutive, prima al fianco di Manuela Arcuri, poi di Alessia Marcuzzi.

Sposato, due figli, ha cominciato con la conduzione di programmi per ragazzi come “La banda dello Zecchino”, “Disney Club” e “Zip Zap”. Nel 1996 ha partecipato come attore alla serie Tv “I ragazzi del muretto” e nel 1997 nella soap “Un posto al sole”. L’anno successivo è entrato nel cast di “Un Medico di famiglia”.

Professione e salute

Quanto conta per un attore essere attento alla salute e al benessere?
Dire che è fondamentale è poco. E non tanto per la necessità di apparire gradevole da un punto di vista puramente estetico, ma per stare meglio psichicamente ed essere in grado di sostenere i ritmi troppo spesso frenetici del nostro lavoro.

In “Nati ieri” interpreta un pediatra: le è servito a capire meglio il significato della professione del medico?

Senz’altro. Per prepararmi, ho passato diverso tempo da medico di ruolo, facendo i turni in ospedale nel dipartimento di ginecologia e ostetricia di un nosocomio romano. È stata un’esperienza irripetibile, per quanto mi ha arricchito: culturalmente e umanamente. Mi è servita a scoprire che i medici sono uomini come noi, con le loro ansie, i timori, le preoccupazioni, le debolezze…

Come si tiene in forma?

Ho sempre fatto tanto sport. Adoro giocare a calcio, non quello a 5, ma quello vero sul campo grande: appena posso, organizzo partite con i miei amici. Non solo: da circa un anno ho cominciato a praticare la ginnastica acrobatica. Due volte la settimana, la mia lezione al mattino non me la toglie nessuno! Ho 36 anni, ma saltare sui materassi elastici proprio come fa mia figlia più piccola su quello di casa, mi fa tornare bambino. E poi, muovermi mi dà la sensazione di nutrire ed educare la mente. È un po’ quello che dicevano gli antichi, no?



Che rapporto ha con i medici?
Ammirazione? Troppo poco! Anche se essere stato accanto a loro me li ha avvicinati, rispetto al passato, continuo a vederli come extraterrestri: non mi spiego come facciano a sopportare la responsabilità, i disagi, la mole di lavoro, la delicatezza del loro ruolo. Non ce la farei mai, se dovessi prendere davvero il loro posto nella vita reale.


La malattia che le fa più paura?

Tutte, senza eccezioni. O forse no, in particolare quelle che potrebbero colpire i miei figli: sarei in grado di trovare le forze chissà dove per reagire, se dovesse loro capitare qualcosa di brutto in salute.


Il farmaco che usa più spesso?
Sono contrario ai farmaci. Non è corretto generalizzare, lo so, ma la mia impressione è che i medici tendano a esagerare con le prescrizioni. Sono dell’idea che bisognerebbe curare anzitutto con le parole, prima che con i medicinali.



Il consiglio medico che non ha mai seguito?

Non ho vizi particolari. Se proprio dovessi indicarne uno, direi che sono un po’ disorganizzato: serve sempre qualcuno che mi ricordi di fare questo o quell’esame, di rispettare gli orari giusti per i pasti durante la giornata e via dicendo.



Come inizia la sua giornata alimentare?

Se al mattino non faccio subito colazione appena sveglio, resto intrattabile per l’intera giornata. Lo considero una specie di rito: sento il bisogno di mangiare qualcosa, non posso farne a meno. Cosa mangio? Nulla di particolare: un cappuccino, una fetta di torta o dei biscotti. Mai comunque all’americana, con uova o pancetta. Ma l’importante è che sia rigorosamente in casa. Vado al bar solo se sono costretto a essere sul set molto presto.



Meglio prevenire o curare?
Fuggire è la cosa più sbagliata che si possa fare. E non pensare alla prevenzione è la forma di fuga più vigliacca verso se stessi. Per giunta, costa così poco: il nostro fisico sa benissimo quando c’è qualcosa che non va, non dovremmo fare altro che starlo ad ascoltare, interpretare i mille segnali che ci manda.



Ospedale pubblico o clinica privata?

La risposta mi viene scontata, e purtroppo non è a favore del pubblico: nel nostro Paese, un po’ perché poco sostenuto dallo Stato, un po’ perché ci sono troppi pazienti e pochi medici, la soluzione per il privato è quella cui si fa più spesso ricorso.



La buona abitudine che è riuscito a conquistare?
Sembrerà strano, ma non riesco a individuarne una. La verità è che sono disorganizzato, indisciplinato, incostante: in certi periodi sono capace di allenarmi tutti i giorni, poi sto fermo per mesi.



La cattiva abitudine che non è riuscito a perdere?
Svegliarmi tardi al mattino. Per farmi alzare a un orario decente, c’è bisogno di qualcuno che mi venga a tirare su con la forza. Anche se non ho fatto così tardi la sera prima!



Se è contrario ai farmaci, ha mai provato le terapie dolci?

Su di me no, ho sempre preferito, per i piccoli malesseri, aspettare che andassero via da soli. Sulle mie figlie ho provato qualcosa, con qualche risultato. Ma nell’insieme non considero le medicine alternative particolarmente interessanti.

 
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Star20
view post Posted on 6/2/2007, 11:14




Thank you Myna! :P^_^ ^^

^_^ ^_^
 
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Myna94
view post Posted on 6/2/2007, 13:36




di nulla ^^
 
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2 replies since 4/2/2007, 22:21   231 views
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